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Romeo e Giulietta Hayez – puzzle 500 pezzi
25,00€
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Col puzzle da 500 pezzi Romeo e Giulietta Hayez puoi scoprire la storia d’amore più famosa di tutti i tempi. Rivivi la storia di Giulietta e Romeo nella splendida edizione Lais.
Realizzato su commissione del collezionista Giovanni Battista Sommariva, il dipinto, olio su tela e datato al 1823 ed è ancora oggi conservato a Villa Carlotta di Tremezzo, nel luogo per il quale fu creato.
Un puzzle dai colori brillanti che ti assicurerà tanto divertimento e una meravigliosa opera d’arte da appendere una volta terminata.
Informazioni aggiuntive
Numero pezzi | |
---|---|
Marca | |
Artista | |
Museo d'arte | |
Dimensioni dell'opera | 201 cm x 219 cm |
Difficoltà | |
Dimensioni puzzle | 48 cm x 34 cm |
Dimensioni scatola | 38 cm x 26,5 cm x 5,5 cm |
EAN | 4062069301470 |
Caratteristiche del puzzle
Il puzzle Romeo e Giulietta Hayez è un meraviglioso modo per scoprire le vicende di una delle coppie di innamorati più famose della storia italiana.
Infatti il puzzle da 500 pezzi della marca Lais ritrae uno dei baci più famosi e conosciuti della storia. Questa esclusiva edizione dell’opera di Hayez è stata stampata con colori molto vivi e brillanti e dettagli ben rifiniti. I tasselli sono a griglia standard e questo rende questo puzzle da 500 pezzi una meravigliosa opera d’arte tutta da scoprire.
Quando nel 1823 questo dipinto, dalle grandi dimensioni (cm 291×201,8) apparve sulla scena milanese, ebbe un immediato effetto dirompente perché conteneva in sé una tale dose di novità che era pressoché impossibile essergli indifferenti.
Il Puzzle Romeo e Giulietta Hayez nel dettaglio
Il puzzle “Romeo e Giulietta Hayez” da 500 pezzi della marca Lais è uno splendido esempio di puzzle d’arte romantica.
Questo splendido dipinto raffigura l’ultimo bacio dato a Giulietta da Romeo.
I colori del puzzle sono molto brillanti e i dettagli estremamente accurati e ricercati. I tasselli del puzzle sono robusti.
Numero pezzi500 | MarcaLais | ||
Dimensioni puzzle (cm)34 x 48 |
Dimensioni scatola (cm)38 x 26,5 x 5,5 |
Descrizione dell’opera
Nel 1859 mentre, la Seconda guerra d’indipendenza, con le vittorie di Magenta, di Solferino e di San Martino, apriva definitivamente le porte all’Unità d’Italia, Hayez dipingeva Il bacio
Sicuramente la più famosa creazione dell’artista, il dipinto godette di un’ampia e meritata popolarità. Il bacio dolce e furtivo che si stanno scambiando i due giovani in abiti medioevali venne immediatamente interpretato come l’addio del cospiratore, o del volontario, all’amata.
Favorivano tale interpretazione il volto coperto del giovane, il suo piede sinistro poggiante su uno scalino come se egli avesse una gran fretta di fuggire via, il pugnale la cui impugnatura preme contro un fianco della fanciulla e l’ombra di una persona (proiettata contro il muro a sinistra, oltre il vano di un’apertura) che pare quella di uno che guardi di nascosto.
Le figure dei due giovani si stagliano nitide contro una parete di pietre squadrate. La superficie uniforme dello sfondo è interrotta dal varco introdotto da una sottile colonnina, a sinistra, e dall’accenno a una bifora in alto a destra, tagliata dal margine superiore della tela. La fanciulla è completamente abbandonata nell’abbraccio. La sua flessuosa figura, come ritagliata fra il rosso delle calze e il bruno del mantello del giovane amato, è impreziosita dai riflessi cangianti e lucenti della veste di seta, aderente al busto e gonfia di pieghe al di sotto dei fianchi, che
sembra aggiungere ulteriore luce alla scena.
L’Ultimo addio di Romeo e Giulietta Hayez
Lo stesso tema del bacio, del resto, era già stato precedentemente trattato da Hayez nell’Ultimo addio di Romeo e Giulietta, un olio su tela di grandi dimensioni del 1823. Dipinto a olio su tela raffigurante un giovane uomo e una giovane donna abbracciati nell’atto di baciarsi.
Il dipinto fu commissionato dal conte Giovan Battista Sommariva e presentato a Milano all’esposizione annuale di Belle Arti di Brera del 1823. Si tratta del primo importante tema letterario affrontato da Francesco Hayez, che si ispirò ad una novella cinquecentesca di Luigi Da Porto (“Storia di due nobili amanti”) e, soprattutto, alla celebre tragedia di William Shakespeare.
La scena è ambientata davanti ad una finestra di una stanza di un palazzo medioevale. Sullo sfondo è presente una figura di donna anziana con una candela in mano.
La scena ritrae Romeo che, con il piede destro già appoggiato allo scalino sotto la finestra e la mano aggrappata alla colonnina della bifora, ruota la testa e il busto verso la dolce Giulietta, che lo bacia abbracciandolo teneramente con il braccio sinistro. La romantica scena prelude al dramma che di li a poco travolgerà l’infelice coppia di amanti.
Di Francesco Hayez si conserva un gran numero di disegni, specie all’Accademia di Brera, che testimonia della sua prolificità e del suo studio incessante. Ne è un esempio il disegno a matita del 1822 circa, preparatorio per un dipinto a olio e quadrettato per il riporto su tela, raffigurante la conclusione della storia mitica di Aiace d’Oilèo, figlio di Oileo, è mostrato aggrappato allo scoglio sul quale Poseidone lo ha fatto approdare dopo un naufragio. Il contorno della figura è netto e rinforzato dallo sfumato nelle parti di cui si vuole suggerire l’arrotondamento delle forme. Il segno è sicuro e il tratteggio, con la funzione di ombreggiare, risulta deciso.
L’esercizio sui modelli antichi, lo studio approfondito del nudo, l’aspirazione a una bellezza ideale priva di imperfezioni, l’aderenza ai principi della poetica neoclassica, il riferimento alla coeva scultura canoviana sono alla base dell’Atleta trionfante.
Atleta trionfante Hayez
L’atleta Trionfante è un dipinto che Hayez realizzò nel 1813 e che gli valse la vittoria al primo premio di nudo istituito dal Canova presso l’Accademia romana di San Luca, dove ancora è conservato.
L’atleta, che tiene nella destra la palma della vittoria, è in primo piano ed è collocato in un ambiente composto da un carro quello del trionfo e da un edificio classico con colonne doriche scanalate collocate su un alto podio. Alla destra del giovane, abbandonato contro il muro, un disco di pietra: evidentemente il personaggio è un discobolo. La quasi frontalità è un mezzo per dimostrare la perfetta conoscenza dell’anatomia e delle regole proporzionali che stanno alla base dello studio del nudo.
La posizione dell’atleta è resa meno statica e più dolce dall’incedere verso sinistra e dalla rotazione della testa verso il lato opposto.
L’efficace chiaroscuro, invece, è dovuto all’illuminazione da sinistra e all’atteggiarsi del corpo, appena sinuoso, con un braccio sollevato e l’altro avvolto in un bruno mantello ondeggiante che offre il necessario contrasto all’incarnato chiaro.
Per anni questo dipinto fu tenuto in Accademia quale modello per gli studenti di nudo.
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