Monet che dipinge sull’atelier galleggiante
La vicinanza tra Manet e il giovane impressionista, che toccò il culmine nell’estate del 1874, è esplicitamente dichiarata in questo dipinto, non portato a termine, come un altro analogo. Manet imponeva ai propri modelli lunghe sedute di posa ed è probabile che non volesse sottoporre l’amico e la giovane moglie a tale procedimento.
L’idea di uno studio galleggiante non era stata di Monet. Egli l’aveva ripresa da Daubigny, celebre paesaggista di Barbizon e amico e sostenitore dello stesso Monet, che aveva sperimentato l’idea, divenuta celebre per la sua originalità , negli anni sessanta dell’Ottocento.
Nel dipinto, il cui vero protagonista è il battello stesso, che occupa quasi tutta l’estensione della superficie, Monet è rappresentato di profilo, intento a lavorare a una tela, ancora allo stato di abbozzo.
La moglie Camille, avvolta in un abito bianco, che contrasta con un cappellino nero, lo osserva dipingere, a rispettosa distanza.
L’artista ha impiega un tocco mobile e vibrante, picchiettando audacemente l’acqua di giallo, verde, rosa, nero.
Con lo stesso procedimento di ombre colorate e di riflessi reciproci che Monet stava applicando intensamente nei lavori dello stesso periodo.