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Scopri i puzzle Manet
oppure leggi tante informazioni e curiosità su manet
Scopri insieme a noi i nostri puzzle Manet e immergiti nella storia del grande pittore Francese dell’Ottocento. Manet non fu solo un pittore, ma fu senza dubbio una delle figure più abili e innovative di tutta la storia dell’arte.
Per noi di Puzzle Arte i puzzle Manet sono uno strumento meraviglioso per poter entrare intimamente nelle opere del grande maestro Parigino.
Infatti il puzzle è uno strumento di silenzioso rapporto tra l’opera e tu che lo stai costruendo. Cercando ogni pezzo delle opere di Manete ti immergerai nella storia dell’arte moderna. Prova anche tu i Puzzle Manet
La storia di Edouard Manet
Edouard Manet nasce a Parigi il 23 gennaio 1832 e fin da giovane si dimostra poco incline agli studi e molto attratto dal disegno e dalla pittura. Il padre per dissuaderlo dall’intraprendere la carriera dell’artista, lo fa imbarcare, appena sedicenne, su un vapore in partenza per Rio de Janeiro.
La speranza è quella di avviarlo, se non alla carriera di magistrato, almeno a quella di comandante navale di lungo corso. Il viaggio si rivela estremamente
stimolante per la maturazione artistica di Manet, mentre dal punto di vista paterno costituisce un vero e proprio fallimento, in quanto il giovane non dimostra alcun interesse per la vita di bordo e l’esito dell’esame per ufficiale di marini è una secca bocciatura.
«Ebbene, segui pure le tue inclinazioni: studia arte!»
gli concesse infine il padre, convinto in cuor suo che il figlio non sarebbe mai stato altro che un fallito.
L’arte di Manet
Viaggia in Olanda, Germania, Austria e Italia. Nei musei di quei Paesi ammira soprattutto i grandi coloristi del passato: da Tiziano a Rembrandt, da Tintoretto a Velázquez, autori dei quali aveva già apprezzato le straordinarie qualità in alcuni dipinti del Louvre.
Tra gli artisti contemporanei, Manet ammira molto Delacroix, al quale chiede il permesso di copiare la sua Barca di Dante, ricavandone due diversi dipinti, al fine di studiare e comprendere meglio l’innovativa tecnica dei colori del maestro.
Nella prima tela, risalente al 1855-1856 la copia è ancora molto rispettosa dell’originale, mentre nella seconda, databile attorno al 1859, i colori sono stesi più liberamente, per grandi masse giustapposte, prefigurando già quella che sarà la tecnica prediletta nei successivi anni della maturità.
Nel 1861 conosce Degas con il quale stringe una profonda amicizia che costituirà il nucleo fondamentale attorno al quale si aggregheranno tutti i giovani artisti frequentatori del Café Guerbois.
Quando, nel 1874, gli Impressionisti danno vita alla loro prima esposizione, Manet non vi partecipa direttamente, ma la sua presenza morale e il suo influsso appaiono indiscutibili.
Il giorno dei funerali di Manet, avvenuta il 30 aprile 1883, assente solo Renoir, il gruppo degli Impressionisti si ricompose forse per l’ultima volta, dietro al feretro di quel maestro che, pur non avendo lasciato una scuola né degli allievi, aveva aperto la strada alla pittura contemporanea.
Monet che dipinge sull’atelier galleggiante
La vicinanza tra Manet e il giovane impressionista, che toccò il culmine nell’estate del 1874, è esplicitamente dichiarata in questo dipinto, non portato a termine, come un altro analogo. Manet imponeva ai propri modelli lunghe sedute di posa ed è probabile che non volesse sottoporre l’amico e la giovane moglie a tale procedimento.
L’idea di uno studio galleggiante non era stata di Monet. Egli l’aveva ripresa da Daubigny, celebre paesaggista di Barbizon e amico e sostenitore dello stesso Monet, che aveva sperimentato l’idea, divenuta celebre per la sua originalità, negli anni sessanta dell’Ottocento.
Nel dipinto, il cui vero protagonista è il battello stesso, che occupa quasi tutta l’estensione della superficie, Monet è rappresentato di profilo, intento a lavorare a una tela, ancora allo stato di abbozzo.
La moglie Camille, avvolta in un abito bianco, che contrasta con un cappellino nero, lo osserva dipingere, a rispettosa distanza.
L’artista ha impiega un tocco mobile e vibrante, picchiettando audacemente l’acqua di giallo, verde, rosa, nero.
Con lo stesso procedimento di ombre colorate e di riflessi reciproci che Monet stava applicando intensamente nei lavori dello stesso periodo,