I musei d’arte un gioiello da scoprire e da conoscere. La guida di Puzzle Arte su come funziona e cosa è il museo d’arte.
Il museo, un luogo che accoglie
Spesso si crede che i musei d’arte siano dei contenitori, delle belle strutture o dei grandi palazzi. Non di rado nei musei ci sono ristoranti, bar perfino luna park. Ci si potrebbe chiedere cosa sia un museo se a tutto questo ci si aggiungono negozi e innumerevoli attività parallele che spesso con il museo stesso non hanno nulla a che fare.
Tuttavia nulla di ciò rende un museo veramente un museo. Un museo è unico ed irripetibile e con un messaggio da comunicare. Infatti un museo è tale grazie ai suoi oggetti, alle sue opere e alle sue collezioni. Museo è dove esiste una raccolta di oggetti da conservare: senza oggetti esso non esisterebbe.
Cosa è un museo d’arte
A questo punto si potrebbe pensare che il museo sia un archivio, un grande “ripostiglio” di oggetti e di opere. Tuttavia il museo ha il compito e il dovere di esporre e disporre le sue collezioni per veicolare il suo messaggio attraverso emozioni e storie che con i suoi oggetti possono raccontare.
Però non è nemmeno una scuola, anche se per molto tempo il binomio museo-accademia ha dettato l’immagine classica dello sviluppo di interi centri urbani. Inoltre un museo non è nemmeno un edificio asettico o un magazzino stracolmo di opere, un museo esiste se esiste il suo messaggio.
Il messaggio di ogni museo è unico, e come unico è il messaggio, unico è il modo in cui, caso per caso si approccia ai suoi oggetti e ai suoi visitatori.
Una progettazione creativa ed accurata volta a donare alle collezioni e alle opere la loro “aurea” è la massima aspirazione della ricerca museografia e museologia in cui il messaggio del museo sia chiaro e inconfondibile.
Alla base di ogni ogni museo d’arte moderna e di tutti i musei di arte contemporanea c’è la definizione internazionalmente riconosciuta di ICOM. Essa vede il museo come un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo. Ha l’obbligo di essere fruibile da un pubblico e accrescere le proprie ricerche sia in ambito materiale che immateriale. Infatti un museo conserva, comunica ed espone a fini di studio, educazione e diletto.
A cosa servono i musei d’arte
La tutela e la conservazione sono le principali azioni legate ad un museo d’arte. Infatti gran parte della energie museali devono essere investite nelle opere di salvaguardia , manutenzione e restauro per non alterare le caratteristiche fisiche. Infatti bisogna permettere agli oggetti di mantenere la loro integrità per tutti i visitatori di oggi e di domani.
L’esposizione e la valorizzazione delle opere d’arte hanno come obiettivo la trasmissione di conoscenze scientifiche, artistiche e di costume. Alla base di questa obbiettivo c’è la convinzione che un museo sia un luogo di promozione e divulgazione della ricerca e della formazione culturale rivolto al visitatore.
Infatti la valorizzazione delle opere è linguaggio che il museo mette in atto per attuare la sua importantissima missione: la comunicazione del messaggio museale attraverso le sue opere.
Proteggere e valorizzare le opere d’arte
Le cause più comuni di danneggiamento dei dipinti sono la manipolazione umana, la luce, l’umidità relativa e l’inquinamento oltre a possibili effrazioni, furti e atti vandalici.
In quest’ottica si pongono il concetto di safety e securty che simultaneamente compiono l’azione di proteggere le opere da eventuali atti vandalici o furti permettendo comunque di fruire dell’oggetto in maniera ottimale. Una buona disposizione delle aree museali rende la conservazione più facile riuscendo a produrre un “racconto” tra le collezioni e lungo le sale del museo d’arte.
Un museo necessita di una comunicazione efficace e deve saper direzionarla, abbattendo tutte quelle sorgenti di fastidio che potrebbero provocare la distrazione o il rifiuto da parte del visitatore. Le fonti di disturbo di un museo si originano nelle forme più disparte.Le fonti di disturbo possono essere: una inadeguata illuminazione, un rumore di sottofondo, un linguaggio dei pannelli troppo complicato o con caratteri troppo piccoli per permetterne una lettura agevole.