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Scopri i puzzle Benozzo Gozzoli
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Nato nel 1420 da una famiglia toscana, Benozzo di Lese, deve l’appellativo di Benozzo Gozzoli al famoso biografo e pittore aretino Giorgio Vasari, che ribattezza l’artista toscano nella sua seconda edizione delle Vite (1568). Nel 1427 il nonno e il padre di Benozzo si trasferirono con altri congiunti a Firenze, dove ebbe inizio la sua formazione professionale che, se prestiamo fede alla biografia a lui dedicata dal Vasari, può essersi svolta sotto la guida del domenicano fra Giovanni da Fiesole, l’Angelico, insieme al quale lavora nei primi anni quaranta, col quale collaborò come assistente sia agli affreschi di San Marco sia per decorare la cappella di San Pietro, oggi perduta, e la cappella di papa Niccolò V, nei Palazzi Vaticani.
Il sodalizio artistico con l’Angelico si conclude nel 1449, quando Benozzo Gozzoli porta a termine gli affreschi delle volte della Cappella di San Brizio nel Duomo di Orvieto.
Dopo un anno di distanza il pittore si trasferisce in Umbria, dove i Francescani gli commissionano importanti opere come la decorazione del monastero di San Fortunato a Montefalco. Sempre nella stessa piccola comunità, gli commissionarnoo anche gli affreschi con storie di San Francesco per l’abside dell’omonima chiesa.
Il lavoro del pittore e della sua fiorente bottega si sposta a Viterbo, dove nel 1453 viene realizzato il perduto ciclo pittorico della Vita di Santa Rosa, nella chiesa delle Clarisse a Viterbo.
Lavorò con Lorenzo Ghiberti durante l’esecuzione delle porte del battistero di Firenze, dedicandosi in seguito alla pittura. Nel capoluogo toscano fece anche da maestro al ferrarese Lorenzo Costa il Vecchio, quando questi andò a vivere nella città dell’Arno e prima di trasferirsi a Bologna nel 1483.
Inoltre, l’eccezionale talento e la conoscenza della scultura e della prospettiva lo avrebbero raccomandato al maestro di San Marco, pur avendo una concezione secolare della vita.
Benozzo Gozzoli, la sua opera più importante:
La sua fama è racchiusa in una singola opera, una delle più amate del Rinascimento, Il viaggio dei Magi. Quest’opera è situata nella cappella di Palazzo Medici a Firenze. Infatti questo stupendo affresco celebra l’amore di Gozzoli per la decorazione e il dettaglio e rende anche omaggio alla famiglia Medici, includendola nella Processione dei Magi insieme a un piccolo autoritratto.
Nel 1467 Benozzo è a San Gimignano dove nella chiesa di Sant’Agostino affresca l’unico ciclo conosciuto della vita del santo, mentre fra il 1468 e il 1494 è impegnato assieme alla sua bottega con l’Opera della Cattedrale di Pisa, ormai residenza e centro della sua attività divenuta ormai più imprenditoriale che d’artista.
Forse è a Pistoia, fra il 1495 e il 1497 che il Gozzoli lascia la sua ultima opera, la sinopia per la Maestà nella Sala Ghibellina del Palazzo Comunale.
Nel 1497 Benozzo Gozzoli, dopo aver dedicato la vita alla produzione artistica, morì a Pisa, forse di peste, dove tutti lo amavano e dove ancor oggi è sepolto.