L’urlo di Much rappresenta lo specchio delle paure contemporanee. Anche oggi, a distanza di oltre un secolo, l’opera rappresenta le ansie e le angosce che affliggono l’uomo contemporaneo. L’ultima scoperta annunciata dalla BBC sulla scritta segreta rinvenuta dietro al dipinto, conferisce all’opera un valore aggiunto. L’artista norvegese occupa nuovamente la scena e proietta la famigerata opera ad assumere nuovo significato.
L’urlo di Munch: scoperta una scritta segreta dietro al dipinto
L’urlo di Munch è l’opera più celebrata dell’artista norvegese che oggi è custodita nel Museo Nazionale di Oslo. Lungo un sentiero che conduce alla cittadina di Ekberg un ectoplasma esprime un urlo lancinante. Una espressione unica nel suo genere che è diventata il simbolo del dramma collettivo. Prima dell’angoscia sottolineata da Sigmund Freud, poi delle atrocità del ‘900. L’urlo di Munch rappresenta la paura, i, dolore esasperati ad un livello tale che il soggetto si deforma. Infatti il protagonista ha sì sembianze umane ma è provi di capelli e ha una sagoma serpentiforme. Si contiene la testa con le mani mentre urla ed esprime tutto il terrore che lo sta attraversando. La contrazione del viso e lo sgomento illustrato dallo sguardo si mescolano ai colori dell’ambiente circostante, che amplificano il sentimento.
Edward Munch urla di fonte a ciò che vede e percepisce, di fronte all’abominio che lo pervade. L’urlo è talmente intenso da distorcere il sentiero. Invade tutta l’opera, che illustra una totale alterazione della realtà. Mentre l’urlo di Munch scuote il sentiero, due figure restano immobili nell’opera oltre al parapetto. Si tratta di due persone sorde allo stravolgimento vissuto dall’autore che rappresentano l’ipocrisia dei rapporti umani. I colori dello sfondo raccontano l’inquietudine dell’artista: il nero oleoso del mare e il rosso del cielo misto al sangue delle nuvole.
La recente scoperta dietro il quadro
L’urlo di Munch occupa nuovamente la ribalta internazionale per la clamorosa scoperta appena divulgata. Soltanto poche settimane fa il Museo Nazionale della Norvegia ha annunciato la scoperta di una scritta segreta dietro il quadro. Si tratta di una frase scritta dallo stesso pittore, rilevata grazie alla tecnologia ad infrarossi. La frase recita “Può essere stato dipinto solo da un pazzo”. Una affermazione che inizialmente aveva aperto diverse correnti di pensiero sull’attribuzione. Una scritta incisa a matita, in un angolo in alto a sinistra. Il timore che la scritta fosse frutto di un atto vandalico ha attraversato non solo i critici d’arte ma l’intero museo Nazionale.
Alla luce di test effettuati, e grazie all’implementazione di nuove tecnologie è stata acclarata l’attribuzione allo stesso artista. L’urlo di Munch gode oggi di una ulteriore connotazione autobiografica del suo autore, a conferma della sua instabilità mentale. Infatti l’uso della tecnologia ad infrarossi ha permesso il confronto della grafia con i diari e le lettere. Questo dipinto originale, oggi amplifica il suo messaggio e torna a rappresentare l’inquietudine dell’umanità. Il tormento e l’instabilità emotiva emersa a causa della pandemia consacra nuovamente l’urlo di Munch a manifesto artistico e letterario.
Fin dalla sua esposizione ad Oslo nel 1893, l’opera ha incarnato l’ansia umana e interpretato l’angoscia dell’uomo moderno. Infatti più volte nel corso della storia, il messaggio è stato recuperato come simbolo di inquietudine. Oltre alle reinterpretazioni proposte da altri autori. L’urlo di Munch ha ispirato la cinematografia horror degli anni ’90, e oggi è nelle chat social come emoticon.
L’urlo di Munch puzzle
Il puzzle de l’urlo di Munch è fra i più ambiti dei puzzle d’arte d’avanguardia. Ben mille pezzi per assemblare l’opera che ha reso celebre l’artista norvegese. L’elevata qualità dell’immagine e dei materiali conferiscono al puzzle un pregio senza precedenti. Senza contare che il puzzle si presta per essere incorniciato e utilizzato come complemento d’arredo. In un ambiente moderno o classicheggiante, l’urlo di Munch è anche un manifesto culturale e artistico.
La realizzazione stessa del puzzle conduce ad una ricerca emotiva. L’assemblaggio delle tessere consente di immergersi nel pensiero dell’artista e di partecipare all’angoscia riprodotta. La grande varietà dei colori e le forme espresse saranno un autentico rompicapo. In questo modo ognuno potrà leggere a pieno la trama del dipinto ed entrare in empatia con Edvard Munch.
La mostra al Museo nazionale della Norvegia
Elaborare il puzzle dell’urlo di Munch significa anche addentrarsi nella sua cornice storica di riferimento. Alla luce della recente scoperta della scritta a matita, il Museo Nazionale della Norvegia accende i riflettori a livello internazionale. Infatti oggi l’urlo di Munch torna a simboleggiare con la sua carica espressiva le paure contemporanee. La sensazione perenne di ansia viene divulgata attraverso il potere artistico dell’autore. Infatti il Museo Norvegese ha deciso di scommettere su questa rappresentatività in occasione della inaugurazione del 2022.
Per quella data è previsto il completamento del nuovo museo norvegese, che esporrà tutte le collezioni oggi sparse in altri siti. Oltre all’urlo di Munch saranno esposti anche “Madonna”, “The Dance of Life” e “Self-Portrait with Cigarette”. Infatti presso la Galleria nazionale di Oslo risiedono numerose opere d’arte moderna fra cui una versione de l’urlo di Edvard Munch, una versione dell’Autoritratto di Vincent van Gogh, opere di El Greco, Auguste Renoir, Claude Monet, Paul Cézanne e Pablo Picasso.
La scritta rinvenuta “Solo un pazzo avrebbe potuto dipingere quel quadro” enfatizza la prossima inaugurazione del Museo Nazionale della Norvegia. Lo stesso direttore del Museo conferma che l’opera svela nel tempo nuove risposte e prospettive. Una prerogativa destinata a catturare l’attenzione di migliaia di visitatori presso la nuova struttura. In un colpo solo, il Museo Nazionale scommette sulla presentazione dell’edificio e sull’apertura di una sala dedicata all’artista. Dove l’urlo di Munch sarà protagonista indiscusso.