Nel 1929 Klee mette su carta i ricordi del suo viaggio in Egitto compiuto tra il 1928 e il 1929, creando una serie omogenea di dipinti dai caratteri simili.
L’Egitto è una terra dove i tracciati dei canali e dei campi, nonché la struttura dei monumenti antichi, sono strettamente dipendenti dalla geometria. Klee, pertanto, adotta una composizione rigidamente geometrica, ricoprendo la tela con nastri orizzontali di colore.
La Dolcezza Orientale Klee
In Fuoco nella sera( come nell’opera Paul Klee Castello e sole) il fulcro è costituito dal rettangolo rosso appena spostato sulla destra rispetto all’asse verticale del dipinto e in prossimità del centro. Attorno a tale figura si infittiscono o si fanno via via più ampie le strisce orizzontali
colorate che, lette da destra a sinistra, suggeriscono rispettivamente l‘immenso spazio desolato del deserto e delle dune, i grandi monumenti che ne contrastano l’avanzata, infine gli appezzamenti di terreno fertile, irrigati dai canali.
Se in quest’opera il legame con la realtà è flebile e la resa è del tutto astratta, in Monumenti a G., altro dipinto della serie, le grandi piramidi di El Giza (la «G» del titolo sta, appunto, per Giza), ben riconoscibili, sono individuate da cunei che interrompendo la monotona ripetizione delle
fasce orizzontali e ne stabiliscono un ritmo sfalsato.