Informazioni aggiuntive

Numero pezzi

Marca

Artista

Museo d'arte

Dimensioni dell'opera

96 cm ×130 cm

Difficoltà

Dimensioni puzzle

68 cm x 47 cm

Dimensioni scatola

38 cm x 26,5 cm x 5,5 cm

Movimenti artistici

EAN

594750287306801

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Il bar delle Folies Bergère Manet – puzzle 1000 pezzi

19,99

19,99

Scopri lo stile dell’arte moderna e mettiti alla prova col famoso puzzle Il bar delle Folies Bergere Manet da 1000 puzzle.
Puzzle Arte grazie alla nuova splendida edizione della marca D-Toys è lieta di proporvi questo puzzle d’arte che rende omaggio al grandissimo artista francese che ha saputo esprimere con il pennello il suo dolore.

Questo puzzle è momentaneamente esaurito.

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Caratteristiche del puzzle

Con questo meraviglioso puzzle d’arte da 1000 pezzi della marca D-Toys potrai scoprire la meravigliosa opera ll bar delle Folies Bergère di Manet. Il dipinto il bar delle Follie Bergere Manet è un olio su tela del pittore francese Édouard Manet, realizzato nel 1881-1882 e conservato al Courtauld Gallery di Londra.

Questo puzzle è adatto sia per i costruttori di puzzle più esperti ma anche per i principianti grazie ai sui incredibili particolari e le sue caratteristiche più minuziose. Infatti nell’opera, ambientata in un bar parigino, i dettagli e le scene sono talmente fitte che ogni pezzo sarà unico e pieno di dettagli.

Il puzzle Il bar delle Folies Bergère Manet

Il puzzle il bar delle folies bergere Manet 1000 pezzi della marca D-Toys è uno splendido esempio di puzzle d’arte moderna.
Il grandissimo dipinto del grande maestro francese, precursore dell’arte moderna e dell’impressionismo, è un opera magnifica per scoprire pezzo per pezzo la bellezza dell’arte.
I colori del puzzle sono molto brillanti e i dettagli estremamente accurati e ricercati. I tasselli del puzzle sono robusti e l’incastro è eccellente.

Numero Pezzi PuzzleNumero pezzi
1000
Marche PuzzleMarca
D-Toys
Dimensioni PuzzleDimensioni puzzle (cm)
47 x 68
Dimensioni Scatola PuzzleDimensioni scatola (cm)
38 x 26,5 x 5,5

Scatola ben rifinita
Splendida idea regalo

Opera d'arte famosa
Grande capolavoro

1000 pezzi
Griglia standard

Descrizione dell'opera d'arte

Il bar delle folies bergere Manet fu l’ultimo quadro realizzato da Eduard Manet nel 1881-1882 prima della morte ed è spesso considerato il suo testamento artistico e spirituale. 

Manet, pur tra grandi sofferenze fisiche, portò il dipinto a termine nel 1882 e lo espose al Salon dello stesso anno, dove tuttavia non fu accolto come il lascito di un grande maestro.

Infatti l’artista arrivato ormai alla fine della sua carriera, fu ancora una volta deluso da come il pubblico, ottusamente conservatore, avesse interpretatola sua opera. Scriverà riguardo al Salon del 1882

«Non mi spiacerebbe leggere finalmente, da vivo, l’articolo strabiliante che mi consacrerà dopo morto»

Infatti le pennellate di questo dipinto riuniscono con grande e integrazione i vari dati stilistici che hanno caratterizzato l’universo artistico di Manet.
Tra essi dobbiamo sicuramente citare l‘utilizzo del nero, l’amore per i temi quotidiani, l’utilizzo di colori piatti e omogenei ed il gusto per le composizioni calibrate e per le nature morte.

Puzzle Arte Il Bar Delle Folies Bergere Manet

Il bar delle Folies Bergere Manet

Il dipinto di Edouard ManetIl bar delle Folies Bergère del 1882 è un olio su tela delle dimensioni di 96 x 130 cm conservato a Londra nella The Courtauld Gallery.

Nell’opera quello che a prima vista sembra l’interno di un semplice bar è in realtà l’istantanea di un locale di appuntamenti di fine Ottocento.
Infatti in primo piano la cameriera è ferma e in piedi. Davanti a lei sono poggiate sul marmo bottiglie di champagne e di birra. Su di una alzata sono esposti dei mandarini mentre due rose sporgono da un calice.

Nonostante la folla che pare animarsi alle sue spalle la cameriera è l’unico personaggio veramente reale. Infatti dietro di lei è posto un grande specchio che occupa tutta la parete.
L’osservatore può solo intuire i pensieri di questa ragazza, forse stanca del proprio lavoro, delusa dalla propria vita e preoccupata dal mondo ambiguo e inquietante degli avventori del bar.

Dietro di lei si estende uno specchio, il quale riflette l’immagine del vasto salone delle Folies-Bergère.

I ripensamenti di Manet

Manet fece delle modifiche mentre dipingeva l’opera e ce lo ha dimostrato una radiografia della tela in cui possiamo vedere che l’artista inizialmente realizzò la barista con le braccia incrociate sulla sua vita, con la mano destra stretta attorno al polso sinistro.
Questo gesto sottolineava ancora di più un atteggiamento di protezione dall’esterno, ma anche di insoddisfazione.
L’imprecisione del riflesso della cameriera, spostato troppo a destra nello specchio, inoltre ha suscitato un ampio dibattito.
Si perché oltre a Suzon i protagonisti dell’opera sono lo specchio che ci riflette la vita gioiosa del locale e la natura morta sul bancone davanti alla giovane donna che ci presenta oggetti comuni come bottiglie di champagne, liquori, una fruttiera di cristallo piena di arance e un calice con dei fiori.

Lo specchio del bar

Lo specchio dilata lo spazio dipinto, mostrando all’osservatore ciò che è davanti alla zona frontale del dipinto: in questo modo, quanto tecnicamente giacerebbe all’esterno del dipinto viene calamitato al suo interno in un gioco tra parvenza e realtà.
Si capisce con chiarezza che è uno specchio guardando a destra, dove si vedono riflessi il dorso dell’inserviente e il volto di un misterioso assertore con la tuba che sta dandole l’ordinazione.
A un’osservazione più accurata, per di più, ci si rende conto che la posizione di quest’uomo in realtà coincide con quella dell’osservatore stesso.

Con lo specchio, popolato da una fantasmagoria di luci e di pennellate, Manet ci suggerisce la festosa presenza del pubblico delle Folies-Bergère, illuminato dall’incandescente luce dei lampadari.
Anche questa volta i colori sono depositati sulla tela senza alcuna velatura per dar loro l’effetto chiaroscurale, con una tecnica che è già quasi impressionista.
In questo modo quelle che viste da vicino sembrano macchie disordinate e incoerenti di colore a una visione distanziata acquistano un suggestivo quanto palpitante effetto di realismo.

Quest’effetto, che pure fu criticato, in realtà si sposa benissimo con l’impressione sonora della folla riunita che parla, che ascolta, che guarda e che si gode la vita.
Il salone, infatti, è un moltiplicarsi di tavolini attorno ai quali siedono uomini dagli eleganti cilindri neri e donne munite di binocolo, intente a guardare uno spettacolo. Di che spettacolo si tratta lo si capisce guardando in alto a sinistra, dove si scorgono le gambe di una trapezista che compie le sue acrobazie, offrendo il proprio talento agli occhi del pubblico divertito.

La soluzione ottica dello specchio fu impiegata già al 1434, anno di esecuzione del Ritratto dei coniugi Arnolfini, e in numerosi altri dipinti degli anni a venire, come Las Meninas di Diego Velázquez, e L’assenzio di Edgar Degas, due opere che Manet conosceva e che probabilmente gli servirono da spunto per Il bar delle Folies Bergère.

Nello specchio però intravediamo anche un cliente che si avvicina a Suzon e in questo momento capiamo che anche noi siamo protagonisti del dipinto trovandoci idealmente nella stessa posizione del signore con il cappello a cilindro.
Un gioco di riflessi che richiama alla memoria il celebre Ritratto dei coniugi Arnolfini, e numerosi altri dipinti come Las Meninas di Diego Velázquez, e L’assenzio di Edgar Degas.

 

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