Numero pezzi | |
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Marca | |
Artista | |
Museo d'arte | |
Dimensioni dell'opera | 44 cm x 37,5 cm |
Movimenti artistici | |
Difficoltà | |
Dimensioni puzzle | 50,8 cm x 68,58 cm |
Dimensioni scatola | 33 x 25 x 5 cm |
EAN | 9781087502526 |
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Home / Vendita puzzle artistici / Puzzle arte d'avanguardia / Autoritratto Van Gogh – puzzle da 1000 pezzi
22,90€
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Autoritratto Van Gogh è un lavoro importante, poiché permette all’osservatore di conoscere lo stato d’animo dell’artista. Il pittore durante gli anni in cui fu realizzato questo quadro (1887), abitava presso il fratello Theo a Parigi e qui incontrò altri famosi pittori come Toulouse-Lautrec ed Èmile Bernard che in un modo o nell’altro influenzarono lo stile di questo leggendario artista; essendo proprio questi due dei pittori impressionisti, portarono Van Gogh ad utilizzare all’interno delle proprie opere delle tonalità più chiare che permettessero all’intero quadro di risaltare completamente.
Questo puzzle è momentaneamente esaurito.
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Autoritratto Van Gogh puzzle è uno dei modi più divertenti ed affascinanti per scoprire l’arte pezzo per pezzo.
Grazie a questo bellissimo puzzle d’arte da 1000 pezzi della marca Pomegranate puoi scoprire tutta la forza emotiva e la densità dei colori del grandissimo maestro dell’arte post- impressionista: Vincent Van Gogh.
Il soggetto del puzzle è proprio l’autoritratto del pittore olandese Vincent van Gogh, realizzato nel 1887.
Questo puzzle è adatto sia per i costruttori di puzzle più esperti ma anche per i principianti grazie alle sua bidimensionalità e alle zone di colore ben identificabili che ne facilitano la costruzione.
Il puzzle autoritratto Van Gogh da 1000 pezzi della marca Pomegranate è un affascinante esempio di arte di post-impressionista.
Esistono oltre 43 autoritratti del pittore, dipinti o disegnati, eseguiti in una decina di anni di lavoro. Ma fra tutti gli autoritratti forse quello conservato al museo d’Orsay è uno dei suoi più belli, se non addirittura il migliore. L’opera risale a un momento particolarmente difficile per Vincent: fu infatti realizzata nel settembre del 1888 al manicomio di Saint Remy, piccolo comune della Provenza. L’artista vi era ricoverato perché a seguito di una crisi di follia durata due mesi, tentò di uccidersi ingerendo i suoi colori. Van Gogh si guarda allo specchio senza compiacimento, forse perché realizzare il proprio ritratto è un gesto che può scatenare molte domande che possono andare a turbare l’identità di un’artista.
Numero pezzi 1000 | Marca Pomegranate | ||
Dimensioni puzzle (cm) 50,8 x 63,5 | Dimensioni scatola (cm) 33 x 25 x 5 |
Scatola ben rifinita
Splendida idea regalo
Opera famosa
Colori brillanti
1000 pezzi
Griglia standard
L’autoritratto Van Gogh, realizzato nel 1887 quando l’artista aveva diversi motivi ricorrenti in tutto il suo lavoro: paesaggi, scene notturne, nature morte floreali e l’autoritratto era quello a cui tornava spesso.
Con la sua iconica barba rossa e gli occhi verde brillante, questo dipinto mostra l’artista durante il suo soggiorno a Parigi, quando stava iniziando a sperimentare colori più luminosi. L’autoritratto riprodotto come questo puzzle da 1.000 pezzi è uno degli oltre 25 che ha completato durante i suoi due anni nella Città della Luce.
Anche in questo quadro ci sono tutte le caratteristiche che hanno reso famosissimo Van Gogh, come la pennellata tipica e i colori.
In questo dipinto infatti Van Gogh si ritrae con gli abiti di un tipico parigino: cappello, giacca e cravatta e con uno sguardo severo e attento che sembra essere proiettato su qualcosa che si trova davanti a sé.
Dipinse questo quadro appena dopo l’incontro con gli impressionisti, che gli permise di avvicinarsi ad alcune nuove tecniche, come il divisionismo di Seurat che in questa opera riprende con alcune riformulazioni.
Il pittore durante gli anni in cui fu realizzato questo quadro, abitava presso il fratello Theo a Parigi e qui incontrò altri famosi pittori come Toulouse-Lautrec ed Èmile Bernard che in un modo o nell’altro influenzarono lo stile di questo leggendario artista; essendo proprio questi due dei pittori impressionisti, portarono Van Gogh ad utilizzare all’interno delle proprie opere delle tonalità più chiare che permettessero all’intero quadro di risaltare completamente.
Analizzando nello specifico questo autoritratto Van Gogh si notano diversi elementi particolari; partendo dagli elementi più superficiali si nota subito l’espressione molto seria che contraddistingue il soggetto. Il centro del quadro è rappresentato dallo sguardo malinconico del pittore, da cui sembrano partire tutte le pennellate del quadro.
Le pennellate di Van Gogh sembrano dotate di vita propria, assumono direzione diverse dando un effetto dinamico e di consistenza ruvida. La fissità dello sguardo e l’apparente calma, comunicata dallo sguardo e dall’espressione del viso, contrastano con l’agitazione e il movimento delle pennellate.
“Preferisco dipingere gli occhi degli uomini che le cattedrali, perché negli occhi degli uomini c’è qualcosa che non c’è nelle cattedrali”.
Con queste parole Van Gogh spiega la sua ossessione per le figure umane e la sua incessante ricerca delle innumerevoli sfaccettature dell’umanità non solo negli altri ma soprattutto in se stesso.
Gli autoritratti di Van Gogh rappresentano a pieno una nuova consapevolezza del modo in cui l’artista concepisce il suo ruolo: un personaggio marginale rispetto alla società, non integrato in essa, ma proprio per questo capace di vedere più lontano.
Infatti dipinge tanto se stesso perchè considera la sua persona centrale rispetto alla propria pittura, tanto da dedicare un autoritratto ad ogni passo della sua evoluzione artistica.
Per Van Gogh gli autoritratti diventano un’occasione per sperimentare la prospettiva e la rappresentazione del proprio riflesso allo specchio, infatti, ciò che appare come la parte destra del suo volto è, in realtà, il lato sinistro come si presenta guardandosi allo specchio. Questi quadri non gli servirono soltanto come esercizio pittorico ma, al contrario, cercò di imprimere nella tela tutto il proprio malessere, cogliendo ogni volta diversi lati di sé e della propria personalità. Quindi, il celebrare la propria immagine e il proprio corpo non è più un modo per elevare la propria figura, ma è un esercizio terapeutico ed è proprio questa la migliore spiegazione per comprendere il perché di una serie così fitta di autorappresentazioni.
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