Informazioni aggiuntive

Numero pezzi

Marca

Artista

Museo d'arte

Difficoltà

Formato

Dimensioni puzzle

97 cm x 34 cm

Dimensioni scatola

39 cm x 16 cm x 6,5 cm

EAN

8026311016334

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Puzzle Ultima cena – Leonardo

(6 recensioni dei clienti)
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Il puzzle Ultima Cena di Leonardo da Vinci è davvero un classico dell’arte rinascimentale.
Componendo pezzo per pezzo questo puzzle puoi rivivere una delle scene più importanti della cultura cattolica: l’annuncio da parte di Gesù del prossimo tradimento da parte di uno dei suoi Apostoli.
Scopri questo capolavoro nell’edizione da 1000 pezzi della Impronte Edizioni

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Caratteristiche del puzzle

Il puzzle “Ultima Cena” di Leonardo da Vinci è un meraviglioso modo per scoprire l’affascinante mondo del grande studioso rinascimentale.

Infatti grazie allo studio dettagliato dell’affresco del Cenacolo, si può scoprire, pezzo per pezzo in questo puzzle di Leonardo Da Vinci, ogni piccolo particolare e ogni pennellata del maestro toscano.
I colori e le forme dell’opera racchiudono tutta la bellezza di una storia travagliata e difficile tra restauri e bombardamenti.

Il Puzzle Ultima cena nel dettaglio

Il puzzle Ultima Cena da 1000 pezzi Impronte Edizioni è davvero un capolavoro  dell’arte rinascimentale.

Questa versione ripropone un soggetto estremamente famoso, come la cena di Cristo con i discepoli, in una versione panoramica molto affascinante.

L’immagine è ben definita e tutti i dettagli risaltano enormemente.
Il gioco di luce e il chiaro-scuro permette di apprezzare la tecnica della prospettiva tipica dell’arte di questo periodo.

tasselli del puzzle Ultima cena si incastrano perfettamente e non si verificano sbavature nel ricostruire una scena così complessa e dei personaggi cosi particolareggiati.

Numero Pezzi PuzzleNumero pezzi
1000
Marche PuzzleMarca
Impronte
Edizioni
Dimensioni PuzzleDimensioni puzzle (cm)
97 x 34
Dimensioni Scatola PuzzleDimensioni scatola (cm)
39 x 16 x 6,5

Scatola ben rifinita
Splendida idea regalo

Opera d'arte famosa
Arte rinascimentale

1000 pezzi
puzzle panoramico

Descrizione dell'opera d'arte

Nel 1494 Leonardo Da Vinci  ricevette però importante incarico da Ludovico il Moro, il quale aveva scelto la chiesa domenicana di Santa Maria delle Grazie a luogo della casata degli Sforza.
Il duca di Milano aveva finanziato importanti lavori di ristrutturazione e abbellimento di tutto il complesso.
Infatti, Bramante aveva appena finito di lavorarvi, quando si decise di cominciare la decorazione del refettorio.

A questo scopo venne scelta una decorazione tradizionale sui lati minori, una rappresentante la Crocifissione e l’altra l’Ultima Cena.
Alla Crocifissione, terminata già nel 1495, lavorò Donato Montorfano, che realizzò una scena di impostazione tradizionale.

Invece l’ultima cena fu commissionata a Leonardo da Vinci, il quale venne descritto da Matteo Bandello, nella novella LVIII datata 1492, che in quel periodo soggiornava per motivi di studio nell’edificio, fornendo una preziosa testimonianza del modus operandi del Cenacolo di Leonardo:

«Soleva […] andar la mattina a buon’ora a montar sul ponte, …dal nascente sole sino a l’imbrunita sera non levarsi mai il pennello di mano, ma scordatosi il mangiare e il bere, di continovo dipingere…Tuttavia dimorava talora una o due ore del giorno e solamente contemplava, considerava ed esaminando tra sé, le sue figure giudicava. L’ho anco veduto secondo che il capriccio o ghiribizzo lo toccava, partirsi da mezzo giorno, quando il sole è in lione, da Corte vecchia ove quel stupendo cavallo di terra componeva, e venirsene dritto a le Grazie ed asceso sul ponte pigliar il pennello ed una o due pennellate dar ad una di quelle figure, e di solito partirsi e andar altrove.»

La magnifica tecnica di un dipinto difficile

Leonardo non amava la tecnica dell’affresco, la cui rapidità di esecuzione, dovuta alla necessità di stendere i colori prima che l’intonaco asciughi imprigionandoli, era incompatibile con il suo metodo, fatto di continui ripensamenti, aggiunte e piccole modifiche.

Scelse di dipingere quindi su muro come dipingeva su tavola.
Infatti i recenti restauri hanno permesso di appurare che l’artista, lavorò al dipinto usando una tecnica tipica della pittura su tavola.

La preparazione del dipinto era composta da una mistura di carbonato di calcio e magnesio uniti da un legante proteico; prima di stendere i colori l’artista interponeva un sottile strato di biacca (bianco di piombo), che avrebbe dovuto far risaltare gli effetti luminosi.

In seguito venivano stesi i colori a secco, composti da una tempera grassa realizzata probabilmente emulsionando all’uovo

Questa tecnica permise a Leonardo di creare dei fantastici effetti cromatici e di porre particolare ricchezza della pittura, con una serie di piccole pennellate.
Grazie a questi accorgimenti tecnici Leonardo poté avere una cura estrema dei dettagli, una resa delle trasparenze e degli effetti di luce e piccoli particolari visibili solo da distanza ravvicinata.

I primi problemi di conservazione

Tuttavia queste scelte tanto raffinate e ricercate furono anche all’origine dei problemi conservativi.

Purtroppo con il dipinto ancora non terminato, Leonardo si accorse che la tecnica che aveva utilizzato mostrava subito i suoi gravi difetti.
Una piccola crepa sul lato sinistro della composizione era già stata descritta dal maestro durante i lavori.
Tuttavia si trattava solo dell’inizio di un processo di disgregazione che sarebbe continuato inesorabile nel tempo.
Soltanto una ventina di anni dopo la sua realizzazione, il Cenacolo presentava danni molto gravi, tanto che Giorgio Vasari, che la vide nel maggio del 1566, scrisse che “non si scorge più se non una macchia abbagliata”.

Il lento sgretolarsi di un tesoro

Per capire quanto siano stati devastanti i danni, basta confrontare l’originale con una delle numerose copie dell’opera, come quella del Giampietrino: i colori accessi e le vivide forme dovevano essere tanto magnifiche quanto impressionanti nell’opera originale di Leonardo.

L’opera subì numerosi tentativi di restauro nel tempo, che cercarono di porre rimedio ai danni, stabilizzando le cadute e, spesso, provvedendo a vere e proprie ridipinture.

Tuttavia i restauri non sempre hanno rispettato pienamente l’opera, ad esempio l’apostolo Pietro, con la fronte bassa, è una delle figure che disturbano di più nell’intera composizione; ma le copie mostrano che la sua testa era in origine piegata indietro e vista di scorcio.

Le deformazioni del restauro

Il restauratore non sempre era capace di seguire questo difficile disegno e così spesso ne sono uscite delle deformità.

Lo stesso insuccesso si verifica quando si tratta di avere a che fare con pose non comuni come quelle delle teste di Giuda e di Andrea.

La difficile storia dell’ultima cena tuttavia non termina con le complesse opere di restauro.
Infatti all’inizio del XIX secolo, le truppe napoleoniche trasformarono il refettorio in bivacco e stalla.

Infine danni ancora più gravi vennero causati durante la seconda guerra mondiale, quando il convento venne bombardato nell’agosto del 1943.
Venne distrutta la volta del refettorio, ma il Cenacolo rimase miracolosamente salvo tra cumuli di macerie, protetto solo da un piccolo tetto, rimanendo esposto per vari giorni ai rischi causati dagli agenti atmosferici.

Il grande restauro

Dopo molti studi e ricerche, nel 1977, prese il via il grande e delicato progetto di restauro.
Un’operazione destinata a durare più di un ventennio, e a mobilitare scienziati, critici d’arte e restauratori di tutto il mondo.
L’opera era ormai ovunque scrostata e lesionata: frazionata in milioni di parti microscopiche si era infilata la polvere, trattenendo l’umidità delle pareti, e creando così le condizioni per l’inesorabile scomparsa del dipinto.

Iniziato il restauro, iniziarono pure le scoperte.
Infatti si è trovato il buco di un chiodo piantato nella testa del Cristo: qui Leonardo aveva appeso i fili per disegnare l’andamento di tutta la prospettiva.

Il restauro è stato concluso nel 1999.

Quest’opera non è solo un pezzo importante della storia dell’arte, ma è un esempio tangibile del genio e dello studio del rinascimento e dell’uomo.
Infatti l’Ultima Cena è stata dichiarata nel 1980 patrimonio dell’umanità dall’Unesco.

Iris, Van Gogh: la storia di uno dei quadri più costosi del mondo

Questo quadro, intitolato Iris, venne dipinto da Van Gogh nel 1889, un anno prima della sua morte. Per dipingere questa tela si ispirò al giardino dell’ospedale psichiatrico dove si trovava in questo periodo.

Durante il suo soggiorno nella struttura, la pittura è una fedele compagna di Vincent che non l’abbandona mai, e parallelamente, non smette di scrivere a suo fratello Theo, aggiornandolo sul suo stato d’animo e facendogli sapere come si trovava con gli altri pazienti.

Onestamente, all’inizio Vincent pensava di non farcela, ma con tenacia riesce a resistere, fino ad avvertire una certa “sintonia” con gli altri pazienti, e matura l’idea che non è solo a dover affrontare problemi psichici.

Mentre il Van Gogh paziente segue le indicazioni date dai medici, il pittore Van Gogh capisce che è ora di mettersi al lavoro (non era passata nemmeno una settimana dal suo ricovero), e dopo aver acquistato familiarità con l’ambiente, il suo occhio cade immediatamente sulla natura che circonda l’ospedale e nota la presenza di fiori, alberi e scorci naturali: non poteva chiedere niente di meglio per i suoi nuovi quadri!

Iris infatti è un’opera piena di aria e vita. Ogni fiore dipinto dall’artista è unico. Van Gogh studiava attentamente il movimento e le forme della pianta per riuscire a creare una varietà di siluette, linee ondulate, piegate e arricciate.

Il quadro “Iris” si trova nel museo J. Paul Getty negli Stati Uniti.

6 recensioni per Puzzle Ultima cena – Leonardo

  1. Nancy

    Sono una appassionata di puzzle, se di Leonardo da Vinci ancora meglio, adoro l’arte!
    I colori sono brillanti e riprendono molto bene quanto mostrato nell’immagine di copertina.
    Il puzzle è davvero ben fatto, offre una bella sfida in quanto i colori sono molto simili in tutta la figura…
    Personalmente ho impiegato quasi 2 settimane per concluderlo, ma la soddisfazione ha ripagato tutti gli sforzi. Lo consiglio!

  2. Roberto

    Ma è spettacolare 😍😍😍 l’ultima cena è uno dei dipinti più belli ed iconici esistenti. Icona della cristianità e della religione. Simbolo di unione per gli altri.

  3. Silvia

    Un puzzle molto bello con un significato molto forte,
    Uno dei miei preferiti

  4. Elisa

    Stupendo a dir poco, mi piace moltissimo, oltre che il soggetto, anche il formato che riprende L’originale.

  5. Giulio

    Mi è arrivato in 2 giorni nonostante il COVID. Puzzle molto difficile perché tutti i colori sono molto simili ma molto bello da fare! Risultato finale un capolavoro! Consigliatissimo!

  6. Mara

    Quello che mi colpisce in questa immagine è la luce: soffusa, apparentemente poco importante, ma in realtà è lei a dare un senso alle figure, che si stagliano, quasi in controluce, ma visibilissime, nitide. Anche il formato che segue la tavola è molto bello e si adatta a parecchi ambienti della casa, rendendola elegante. la qualità del puzzle è fondamentale per rendere bene un’immagine come questa, fatta di mezzitoni e di velature e questo puzzle è sicuramente di grande qualità, visto il risultato!

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