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(*) Le proporzioni del puzzle ultimato potrebbero non rispecchiare perfettamente quelle dell’immagine riportata sulla scatola.
Puzzle Venere di Botticelli – 1000 pezzi
19,90€
Disponibile
Il puzzle Venere di Botticelli ha come soggetto la magnifica opera realizzata tra il 1484 e il 1486 dal grandissimo maestro toscano.
La venere di Botticelli puzzle, rappresenta uno dei più grandi capolavori dell’arte rinascimentale.
Ricostruisci questa famosa opera nella versione da 1000 pezzi della marca D-Toys: un capolavoro senza tempo che non mancherà di affascinarti pezzo dopo pezzo.
Informazioni aggiuntive
Numero pezzi | |
---|---|
Marca | |
Artista | |
Museo d'arte | |
Dimensioni dell'opera | 278 cm x 172 cm |
Difficoltà | |
Dimensioni puzzle | 68 cm x 48 cm |
Dimensioni scatola | 38 cm x 26,5 cm x 5,5 cm |
EAN | 594750287267201 |
Caratteristiche del puzzle Venere di Botticelli
Il puzzle Venere di Botticelli è uno splendido dipinto con cui scoprire pezzo per pezzo le meraviglie dell’arte Rinascimentale ed entrare nel mondo del Maestro Sandro Botticelli.
Infatti grazie alla composizione del puzzle che vi proponiamo nella versione da 1000 pezzi della marca D-Toys, potrai entrare, pezzo dopo pezzo nella bellissima arte fiorentina del rinascimento.
Numero pezzi1000 | MarcaD-Toys | ||
Dimensioni puzzle (cm)68 x 47 | Dimensioni scatola (cm)38 x 26,5 x 5,5 |
Il Puzzle Venere di Botticelli nel dettaglio
Il puzzle venere di Botticelli 1000 pezzi della marca D-Toys è uno splendido esempio di puzzle d’arte rinascimentale.
Il chiaro scuro, i dettagli, l’ambientazione, i personaggi concorrono a creare una scena altamente evocativa e mitologica.
Infatti questo dipinto rappresenta il primo esempio di nudo mitologico nella storia dell’arte medioevale
Grazie al puzzle Venere di Botticelli scoprirai tantissimi particolari che ti faranno appassionare all’arte botticelliana e al suo mondo in costante tensione tra equilibrio e pazzia.
Descrizione dell’opera
La Nascita di Venere datata tra il 1484-86 è una tempera su tela dalle dimensioni di 184,5×285,5 cm.
Questo dipinto è contenuto nella collezione della Galleria degli Uffizi di Firenze è citata nelle collezioni medicee dal 1550. Tuttavia non ci è noto il nome del committente della tela.
La Nascita di Venere è l’ultima opera a soggetto mitologico a noi nota. La composizione è apparentemente equilibrata ma, in obbedienza al fluire del contorno, il nudo della dea si disarticola componendo un’immagine di incomparabile e inquietante bellezza.
Inoltre se si pensa che il solo nudo ammesso nell’arte era quello di Eva, gravato dal peso del peccato, possiamo renderci conto della radicale novità di questa immagine.Â
La composizione raffigura l’approdo sull’isola di Cipro della dea dell’amore e della bellezza, nata dalla spuma del mare e sospinta dai venti Zefiro e Aura. La dea Venere poggia i piedi su una conchiglia di una pura e perfetta come una perla.
Mentre viene accolta da una giovane donna, identificata talvolta con una delle Grazie che le porge un manto cosparso di fiori.
Il tema del dipinto, che celebra Venere come simbolo di amore e bellezza, fu forse suggerito dal poeta Agnolo Poliziano.
 La composizione è perfettamente bilanciata: al centro, sopra una conchiglia, Venere, nata dalla schiuma del mare, sotto una pioggia di rose viene spinta a riva dal soffio dei venti Zefiro e Aura.
La nascita di venere e la mitologia Botticelliana
La Nascita di Venere, datata tra il 1484-86, è una tempera su tela dalle dimensioni di 184,3 x 285,5 cm ed è conservata nella Galleria degli Uffizi di Firenze.
Il dipinto sembra tradurre in immagini su tela alcuni versi del poeta e umanista Poliziano:
“Vera la schiuma e vero il mare diresti
e vero il nicchio e ver soffiar di venti;
la dea negli occhi folgorar vedresti,
e ‘l cel riderli a torno e gli elementi..”
La composizione è perfettamente bilanciata sull’asse centrale in cui, sopra una conchiglia, Venere, nata dalla schiuma del mare, sotto una pioggia di rose viene spinta a riva dal soffio dei venti Zefiro e Aura.
Sulla spiaggia l’attende una fanciulla pronta a rivestirla con un manto purpureo. Il soffio del vento scompiglia i capelli della dea e sembra opporsi all’azione della fanciulla, gonfiando il manto nell’aria.
Il paesaggio marino è reso con linee sinuose che riecheggiano il profilo del corpo.
Il Quattrocento fiorentino
Botticelli è sicuramente il più maestoso esempio del gusto lirico del Quattrocento fiorentino.
La sua concezione essenzialmente musicale si esprime soprattutto nella linea. Infatti risulta essere morbida e guizzante con moti inafferrabili chiudendo forme perfette, intrecciandosi e creando ritmi che, a un certo momento, appaiono più sonori che visivi.
Questa mirabile espressività della forma e della linea botticelliana quella che rende vive e perfette figure che, tentate da un altro pittore, apparirebbero leziose.
Il nudo di Venere, ispirato nell’atteggiamento a qualche scultura classica, è costruito con una linea fluida che ne evidenzia il profilo. L’armonia del contorno giustifica l’innaturale allungamento della figura. I colori sono tenui, uniformati dall’uso di una vernice a base di albume d’uovo di colore perlaceo e arricchiti dalle dorature (sulle ali dei venti e sui capelli di Venere)
La linea e il racconto lirico sono prorompenti già da questa famosissima opera giovanile del Botticelli.
la Venere di Botticelli
Descritta dal Vasari, che la vide nel 1568 con la Primavera nella Villa Medicea di Castello, come
«Venere che nasce, e quelle aure e venti che la fanno venire in terra con gli Amori».
la pittura, eccezionalmente su tela come la Pallade e il Centauro degli Uffizi, l’Adorazione del Bambino Wemyss di Edimburgo, la Crocifissione mistica di Cambridge e la Natività mistica di Londra, dovette essere eseguita, come già la Primavera, per la villa stessa, acquistata nel 1477 da Lorenzo e Giovanni di Pierfrancesco de’ Medici, su consiglio di Lorenzo il Magnifico.
Infatti la scelta per la nascita di Venere, non certo casuale, della tempera magra con vernice a chiara d’uovo, fu motivata, con ogni probabilità , dal desiderio di evocare la superficie chiara e luminosa dell’affresco. Il dipinto era destinato ad una villa poi decorata dalla bottega del Botticelli con pitture murali, negli anni Novanta del Quattrocento.
In realtà non si tratta precisamente della nascita di Venere, come afferma il Vasari, bensì dell’approdo della dea, nata dal mare e spinta sulla valva di
una grande conchiglia da Zefiro abbracciato alla ninfa Clori.
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