Questo, se da un lato ne ha ribadito prepotentemente la straordinaria e rinnovata vitalità, dall’altro ne ha talvolta disperso le potenzialità, impedendo la formazione non solo di scuole, ma anche di movimenti o semplici tendenze, la cui esistenza fosse appena più che transitoria ed effimera.
Così come effimere sono anche molte delle sue manifestazioni, che spesso si esauriscono in azioni sceniche o performances delle quali, al massimo, possono rimanerci un filmato o qualche fotografia.
Del resto la velocità con cui l’arte contemporanea si produce e si consuma riflette per molti aspetti la stessa società.
Grazie alla sempre maggiore diffusione dei mezzi di comunicazione, le opere d’arte, le notizie e le idee hanno oggi la possibilità teorica di propagarsi in tempo pressoché reale, cioè nel momento stesso del corrersi degli eventi che, appena accaduti, sono subito diffusi a tutti.
Ma poiché quel che è noto finisce ben presto per non interessare più il pubblico, quest’ultimo necessiterà con ingordigia crescente di eventi e di stimoli sempre nuovi e diversi.
Nel celebre Pali blu realizzato dall’artista nel 1953, si ha un’idea ancora più precisa di cosa sia veramente il “dripping”.
Infatti lavorando concitatamente intorno alla tela disposta per terra, nel suo grande e caotico studio newyorkese di Long Island, Pollock la prepara schizzandola inizialmente con batuffoli di cotone, con pennelli da verniciatore e con pezzi di legno.
A questo punto vi cola sopra fili sottili di colore (smalti sintetici a diversa diluizione) che, a seconda del movimento della mano, si distribuiscono o si addensano creando zone di maggiore o minore concentrazione.
Quel che ne nasce è un caotico labirinto di segni-colore all’interno del quale è lecito che ciascuno immagini ciò che più desidera o, al contrario, che più teme. Dalla mostruosa megalopoli americana, dove uomini e grattaceli si concentrano in modo dissennato, fino alle più profonde regioni del nostro inconscio, dove incubi e tabù si aggrovigliano con la stessa misteriosa e inestricabile complessità.
I pali blu del titolo corrispondono agli otto segmenti variamente inclinati che percorrono l’intero dipinto, imprimendogli una sorta di scansione che è nel contempo spaziale e temporale, come se si trattasse di un pentagramma.
Infatti essi rappresentano gli ultimi elementi geometrici residui, intorno ai quali si addensa il convulso assedio delle gocciolature variopinte. È il grido disperato della ragione sopraffatta dall’urlo dell’irrazionale.
Infine per comprendere meglio questo fantasioso basta leggere le sue stesse parole nella testimonianza più tragica dell’intimo tormento di Pollock, l’eterno ribelle che amava ripetere: “ogni buon artista dipinge solo ciò che è”.
Marco –
Puzzle molto difficile, molto divertente ma a volte molto frustrante 😉
Mi ci è voltuo un po’ prima di finirlo ma poi il risultato finale è stato uno spettacolo!
Qualità ottima, lo consiglio a chi ama i puzzle difficili.
Doriana Marino –
Uno dei migliori puzzle che io abbia mai fatto!
Ottima qualità, ottimi incastri, colori vivaci.
Lo consiglio tantissimo, specie a chi è amante dei puzzle d’arte e a chi vuole provare il brivido della sfida!
Giovanni –
Il puzzle appartiene ai puzzle impossibili, in effetti è molto difficile, ma per i veri appassionati non è MAI impossibile!!!!! 🙂 Ottima qualità, uno dei migliori fatti finora. Complimenti anche per il sito, davvero ricco di informazioni e ben curato